Edizione EFF 2018


CONCORSO

 

42 i film presentati in concorso, tra le oltre 1.300 opere iscritte da tutto il mondo, nella prima edizione dell’Edera Film Festival – Festival Internazionale di Cinema Under 35, svoltosi a Treviso, presso il Cinema Edera, dal 2 al 5 agosto 2018: 6 lungometraggi, 12 documentari e 24 cortometraggi.

Oltre che dall’Italia, i film selezionati provengono da Argentina, Armenia, Cile, Francia, Germania, Grecia, India, Iran, Mauritius, Messico, Paesi Bassi, Regno Unito, Russia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Svizzera.

Scarica l’elenco completo film selezionati e il programma del festival.


PROIEZIONI SPECIALI

 

Sabato 4 agosto alle ore 15:00 l’Edera Film Festival ha proposto un focus speciale sulle produzioni cinematografiche a chilometro zero, frutto del lavoro autoriale e produttivo di professionisti del nostro territorio e specchio di storie e racconti che parlano, da diverse prospettive, della Treviso d’autore e della Treviso culturalmente e socialmente impegnata.

In collaborazione con Offi-cine Veneto e Fondazione Oltre Il Labirinto Onlus, sono stati presentati:

🎞 “Una storia di vetro” di Nicola Moretto e Alberto Pivato
Nei laboratori di Murano e Treviso, la famiglia Varisco da oltre 500 anni mantiene viva la tradizione della realizzazione artigianale dei cristalli di vetro.
Gli artisti regalano aneddoti personali che ricostruiscono i saldi legami fra generazioni, mentre Nicola Moretto e Alberto Pivato, si soffermano sui gesti accorti con riprese ravvicinate.

🎞 “Aida” di Mattia Temponi
Il 2 giugno 1946 l’anziana Aida si reca alle urne; lo scrutatore di turno la motteggia, ma prima che la donna torni alla propria casa riceverà una lezione esemplare.
Mattia Temponi sceglie di osservare “dal basso” quei due fatidici giorni di referendum, tenendosi lontano dalla maestosità della grande ricostruzione storica, ma non per questo risultando meno fedele al contesto.

🎞 “Parole In-Superabili” di Giacomo Ravenna
“Che cos’è la disabilità?” è la domanda trainante di una piccola indagine condotta grazie al supporto di un gruppo eterogeneo di persone, disabili e non.
Giacomo Ravenna fa del proprio documentario un lavoro “senza troppe costruzioni cinematografiche”, interessato piuttosto a stimolare il valico delle barriere fisiche e mentali.

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Domenica 5 agosto alle ore 16:00 l’Edera Film Festival ha proposto la proiezione speciale del lungometraggio fuori concorso “Most Beautiful Island” di Ana Asensio, regista e attrice protagonista del film.

🎞 Luciana è un’immigrata che per arrivare a pagarsi l’affitto, le visite mediche e almeno il credito del cellulare accetta saltuariamente di fare volantinaggio e baby-sitting. Un giorno un’amica le offre l’opportunità di sostituirla come partecipante a una festa privata per la quale pagano bene: Luciana acconsente, del tutto ignara del destino che l’attende.
Col proprio film di debutto, Ana Asensio si concede una non comune serie di libertà sul piano espressivo, privilegiando i “punti bianchi” della narrazione e fomentando una tensione palpabile resa grazie a lunghe sezioni di attesa 🎞

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Di nuovo domenica 5 agosto, alle ore 18:00, la programmazione della prima edizione dell’Edera Film Festival si è conclusa con la proiezione-evento fuori concorso del film “Haiku on a Plum Tree” di Mujah Maraini-Melehi, ospite speciale del festival e giurata d’eccezione del Premio “Donne Si Fa Storia”.

🎞 Fosco e Topazia decidono di emigrare in Giappone, portandosi appresso la piccolissima Dacia. Scoppia la guerra, nascono Yuki e Toni e tutti e cinque, una volta rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò, vengono trasferiti con la forza in un campo di detenzione. L’esperienza bellica li segna indelebilmente, ma risparmia le loro vite permettendo ad ognuno di proseguire o avviare brillanti carriere.
Mujah Maraini-Melehi, figlia di Toni, risale il proprio albero genealogico alla ricerca di verità ormai sepolte, giostrandosi fra archivi, testimonianze orali e pagine di diario 🎞


WORKSHOP

 

➡ UN FILM É SEMPRE L’INIZIO DI UN VIAGGIO
🗓 venerdì 3 agosto – ore 10:00
📍Palazzo Rinaldi – Sala Verde, Treviso

Offi-cine Veneto ha proposto, nell’ambito di questo workshop, una lettura del cinema come strumento di valore in un piano di marketing territoriale.

Sono intervenuti:
👉 l’autore Luca Filippi, sui temi del cineturismo e del mercato, discutendo alcuni case studies di successo;
👉 la fondatrice di Offi-cine Cristina Magoga, con un focus sul marketing territoriale e la sua comunicazione;
👉 l’attore Stefano Pesce, intervistato da Cristina Magoga sul percorso di creazione di un film, dall’idea alla realizzazione, secondo la prospettiva rovesciata da attore ad autore.

É stato, inoltre, proiettato il cortometraggio documentario “El fosso che cria” (2016), diretto da Giulio Crespan e Alessandro Stefanato.

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➡ RACCONTI DI VIAGGIO
🗓 sabato 4 agosto – ore 10:00
📍Auditorium Luigi Stefanini, Treviso

Da dove si parte per raccontare un viaggio?
A volte si parte e basta, e il racconto nasce lungo il cammino, o al ritorno.
Altre volte si parte per raccontare, muovendosi secondo geografie fisiche e narrative precise.

I poli dell’andare oltre i luoghi comuni si sono incontrati e intrecciati in un workshop dedicato al reportage di viaggio, interpretato da:
👉 i giovani autori e viaggiatori dei progetti Spaces like Actions, Pod Zemljom e La Cultura Sopra Ogni Legge, premiati da FuoriRotta, piattaforma creativa dedicata al viaggio non convenzionale come opportunità di conoscenza e comprensione dell’altro da sé e come occasione di ricerca e relazione socio-culturale sulla realtà che ci circonda;
👉 il fotografo Simone Falso, autore storico del progetto FuoriRotta, fondato con Andrea Segre e Matteo Calore come sviluppo del documentario “I sogni del lago salato”, distribuito da ZaLab;
👉 Domenico Gambardella, regista documentarista per il celebre programma Kilimangiaro, in onda su Rai3;
👉 Sergio Manfio, direttore creativo del Gruppo Alcuni.

Un percorso a più voci, capace di spaziare tra ideazione, produzione e distribuzione di progetti creativi, audiovisivi e non, che del viaggio hanno fatto virtù.


GIURIA E PREMI

 

PREMIO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

Opera realizzata dall’artista trevigiana Patrizia Polese

GIURIA

  • Luca Dal Molin – Curatore Biennale del Cortometraggio di Vicenza
  • Valerio Monti – Compositore
  • Stefano Pesce – Attore

 

Miglior cortometraggio / Best short film

NIGHTSHADE di Shady El-Hamus (Paesi Bassi, 2018 – 14’ 30’’)

Compiuto, maturo, compatto. Il dramma più che dei migranti è quello di un’infanzia negata. Assistiamo subito a decisioni chiare del regista su chi viva in prima persona il dramma oggetto del film, senza tuttavia essere didascalico. Il testo si allontana dalla cronaca trita delle migrazioni contemporanee ed indaga la crescita veloce ed inaspettata del bimbo protagonista. La sequenza: il momento di orinare fuori dal finestrino del furgone in corsa lascia presagire un colpo al bambino esposto pericolosamente. Sapientemente il regista fa schivare un incidente automobilistico al furgone cosicché il pubblico tira il fiato per poi strozzarsi un istante dopo che lo sbandamento ha fatto cadere dal mezzo, ed ucciso, un migrante. Il gioco di opposizioni e di scambi di ruoli viene raccontato fin dall’inizio del film, passando dall’innocenza del bambino alla sua neonata carriera di mercante di vite, da vittima a carnefice inconsapevole. Egli inizia a fare i conti con la vita, letteralmente nella conta dei passeggeri ed imparando a fare le moltiplicazioni su quanto hanno incassato lui e l’uomo alla guida con il trasporto umano. Lui che all’inizio del film dorme appoggiato al finestrino come un migrante.

Complete, mature and solid. It is the drama of a denied childhood more than the tragedy of migrants. From the beginning we see the point of view of the director about who is living the drama on which the film is focused, without being didactic. The text distances from the trite account of contemporary migrations and investigates the fast and unexpected growth of the young protagonist. The sequence: when the child decides to pee outside the window of the running van, a strike to him is foretold, as he is dangerously exposed. In a very skillful way the director has the van avoiding an accident, so that the audience is relieved, but soon after it is hit when a migrant falls in the street and dies. The game of oppositions and exchanges is told since the beginning of the film, moving from the child’s innocence to his newborn career as a merchant of lives, from victim to unintentional executioner. He starts to come to terms with life, literally by counting the passengers and learning to calculate how much the driving man and him have earnt by transporting human beings. He, who is seen sleeping leaned on the window at the beginning of the film as if he were a migrant himself.

 

Menzione speciale / Honorable mention

UOMO IN MARE di Emanuele Palamara (Italia, 2016 – 15’)

Per l’attenzione rivolta ad un tema delicato che riguarda sia lo Stato che il cittadino nel loro modo di agire, che viene qui trattato con speciale poetica.

For the attention towards a delicate topic concerning both the State and the citizen in the way they act, treated with special poetry.

 

STAKHANOV di Alex Scarpa (Italia, 2017 – 14’)

Tratta un tema universale come la ricerca della propria felicità con una forma artistica personale dai richiami orwelliani.

It deals with such an universal topic like the search for one’s own happiness with a personal artistic style that reminds George Orwell.

 


PREMIO MIGLIOR DOCUMENTARIO

Opera realizzata dall’artista trevigiana Patrizia Polese

GIURIA

  • Chiara Andrich – Documentarista e direttrice artistica festival Sole Luna
  • Filippo Baracchi – Media Expert
  • Domenico Gambardella – Regista RAI

 

Miglior documentario / Best documentary film

THE LIVES OF MECCA di Stefano Etter (Svizzera, 2016 – 54’)

Per la capacità nel saper raccontare una delle tante periferie globali contemporanee. Una storia che scopre tante storie, e che mescola con intelligenza e ironia anche gli angoli più spigolosi dell’animo umano. Senza tralasciare fotografia, montaggio e scelta musicale.

For the ability to tell a story about one of the many contemporary global outskirts. A story that discovers many stories, and that mixes with intelligence and irony also the sharpest corners of human spirit. Without neglecting photography, editing and music score.

 

Menzione speciale / Honorable mention

ADAPTATION di Manne (Armenia, 2017 – 21’ 17’’)

Un mosaico inedito di dettagli, particolari e ritratti nella città armena di Yerevan, supportato da un montaggio efficace e una fotografia che riporta alle atmosfere dei documentaristi dei primi del Novecento.

An original patchwork of details and portraits in the Armenian city of Yerevan, supported by an incisive editing and a photography that takes back to the documentarists of the early 1900s.

 

IKU MANIEVA di Isaac Ruiz Gastélum (Messico, 2017 – 7’ 30’’)

É difficile raccontare un territorio lacerato quotidianamente dalla violenza. “Iku Manieva” mostra sensibilità poetica nel descrivere amore e natura, uomo e animale attraverso un particolare simbolismo sonoro e visivo.

It is hard to report about a territory that is destroyed by violence day by day. “Iku Manieva” shows a poetic sensibility in describing love and nature, man and animal through a particular sound and visual symbolism.

 


PREMIO MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO

Opera realizzata dall’artista trevigiana Patrizia Polese

GIURIA

  • Nicola De Cilia – Critico letterario
  • Simona Lisi – Direttrice artistica festival Cinematica
  • Helene Olivi Borghese – Attrice

 

Miglior lungometraggio / Best feature film

LA EDUCACIÓN DEL REY di Santiago Esteves (Argentina, 2017 – 95’)

Per la maturità del suo linguaggio cinematografico con cui ha saputo far emergere le diverse sfumature dei singoli personaggi: ritmo del montaggio, fotografia, direzione degli attori sono di alto livello e completamente al servizio della storia, senza alcun compiacimento. Pur all’interno di un filone ricorrente, racconta con originalità un confronto generazionale trasformando quello che poteva essere un film di genere in un vero e proprio romanzo di formazione.

For the maturity of his film language with which he was able to bring out the different nuances of the characters. The rhythm of editing, the photography, the direction of the actors are at history’s service without any complacency. Even within a recurring theme, it tells a generational comparison with originality turning into a coming-of-age story what could be a genre film.

Por la forma tan madura de lenguaje cinematografico con que ha sabido sacar a relucir muchos matices de los distintos personajes: ritmo del montaje, fotografia, direction de los actores, son de alto nivel y totalmente al servicio de la historia sin ninguna complacencia. Si bien dentro de un filòn recurrente, cuenta con originalidad, una confrontaciòn generacional convirtiendo lo que podrìa ser una pelìcula de genero en un cuento instructivo.

 

Menzione speciale / Honorable mention

ESTIU 1993 di Carla Simón (Spagna, 2017 – 97’)

Per la delicatezza e la partecipazione con cui ha saputo raccontare una tema doloroso. La giuria ci tiene a sottolineare la grande capacità da parte della regista nella direzione delle sue giovanissime protagoniste. Indimenticabile in questo senso il pianto finale liberatorio di Frida.

For the delicacy and participation with which she was able to tell such a painful topic. The jury is keen to remark the great capacity of the director to direct the young protagonists. In this sense it is unforgettable Frida’s final cleansing weep.

Por el manejo delicado y la participaciòn con que ha sabido narrar un tema doloroso. El jurado desea subrayar la gran capacidad de la cineasta de dirigír las jovénes protagonistas. Inolvidable, en tal sentido, el llanto final de Frida.

 


PREMI GIURIA DEL PUBBLICO / AUDIENCE AWARDS

In collaborazione con le associazioni culturali Cineforum Labirinto, FEMS du Cinéma e Oblique, i giovani viaggiatori e narratori di viaggio non convenzionale di FuoriRotta e Crossfade, studio specializzato nella produzione di composizioni musicali e sound design. Quest’ultimo, in particolare, offrirà al vincitore della sezione lungometraggi la realizzazione gratuita di una colonna sonora per il futuro progetto cinematografico.

 

CORTOMETRAGGI

PICCOLE ITALIANE di Letizia Lamartire (Italia, 2017 – 18’)

DOCUMENTARI

 THE LIVES OF MECCA di Stefano Etter (Svizzera, 2016 – 54’)

LUNGOMETRAGGI

LA TERRA DELL’ABBASTANZA di Damiano D’Innocenzo, Fabio D’Innocenzo (Italia, 2018 – 96’)

 


PREMIO SPECIALE “DONNE SI FA STORIA” / “DONNE SI FA STORIA” SPECIAL PRIZE

Annunciato nella giornata di chiusura dell’Edera Film Festival, il premio è stato consegnato alla distributrice italiana del film nel corso dell’evento organizzato presso lo Spazio delle Regione del Veneto alla 75^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, domenica 2 settembre 2018, alle ore 15.00.

Componenti della giuria per l’attribuzione di questo premio al femminile sono state: Mujah Maraini-Melehi, regista, produttrice e sceneggiatrice, e le promotrici dell’omonimo progetto “Donne Si Fa Storia”, Cristina Greggio ed Emanuela Zilio.

 

ESTIU 1993 di Carla Simón (Spagna, 2017 – 97’)

Per il Premio “Donne si fa storia” ho scelto ‘Estiu 1993’ (Éstate 1993’) di Carla Simón perché rende in maniera autentica una storia di dolore e di perdita, e per l’abilità della regista nel raccontarci un trauma infantile senza cedere a stereotipi o sentimentalismi. Carla Simón narra con molta grazia il suo percorso d’infanzia dopo la tragica morte della madre. La storia si dispiega abilmente attraverso il silenzio dei sentimenti e il ‘non detto’ di una bambina che cerca di elaborare l’intensità e l’impeto del suo dolore nonostante non riesca a tradurre in parole quanto sta accadendo in lei, e attorno a lei. È con naturalezza sincera e palpabile che il film ci rende partecipi del sentimento della piccola Frida, quello di una incomprensibile e drammatica perdita. L’arco emotivo del film si disvela gradualmente man mano che Frida va elaborando il suo stato interno, inesprimibile a parole. La narrazione visiva di Carla Simón si manifesta attraverso una serie di scene che seguono non tanto un copione già previsto, quanto l’esplorazione del mondo che la protagonista compie momento per momento. Noi, con lei, veniamo coinvolti, un poco alla volta ma completamente, nell’intensità di un percorso che culmina in una imperiosa e catartica affermazione di vita, che solo una storia ben costruita riesce a comunicare. Il climax filmico coincide armoniosamente con il picco emozionale. ‘Estiu 1993’ è un toccante e intimo resoconto del processo di elaborazione. L’impossibilita della piccola Frida di articolare a parole ciò che le sta accadendo internamente, insieme alla bravura dell’autrice (Frida adulta) nel tradurre la sua esperienza con originale creatività, ci offre un film raro e prezioso che è un dono per noi tutti.

I chose Carla Simón’s “Estiu 1993” (“Summer 1993”) for the “Donne si fa storia” Award. I chose it for its authentic portrait of loss and grief. Simón handles her own childhood journey after the tragic loss of her mother with authenticity and grace.  She translates childhood trauma without succumbing to stereotypical sentimentalism. The storytelling is skillfully revealed through the little girl’s unspoken feelings as she works through the intensity and rawness of her grief despite her inability to articulate what is happening to her (and around her). We follow the newly-orphaned 6-year-old Frida, as she grapples with her incomprehensible loss, through the film’s refreshingly vivid and palpable naturalism. The film’s emotional arc unfolds as gently as Frida’s slow processing of an emotional state that she has no words for.  Carla Simón’s visual storytelling gradually pulls us in. Scenes rely more on Frida’s exploration of her world moment by moment, rather than scripted dialogue.  Bit by bit, we are completely transported by this intense journey which ultimately culminates in a magnificent life-affirming catharsis that only a well-crafted story can deliver. Its cinematic climax matches its emotional arc beautifully. ‘Estiu 1993’ is a deeply moving, intimate portrait of the mourning process.  Little Frida’s inability to express what is happening around her emotionally, combined with the author’s (adult Frida) ability to translate this experience so artfully into cinematic language, gives us a rare jewel of a movie that is a gift to us all.